Le nuvole cadendo bagnano il viso, il corpo, la terra,
incontrano parenti lontani che un attimo prima
scendevano dalla guancia con disperata fretta,
ed ora, con gioia, vedono e si uniscono a loro.
E toccando insieme il suolo,
ch’è già un fluttuare di umide anime unite,
e un canto, e un suono, e ogni sguardo perso,
fino a quella mai realmente veduta figura levare,
e vederla, confusi, svanire, piano dissolversi,
stenderle quindi la mano verso, e dirle:
“Grazie Madre, addio”.
Libera con i molti suoi nodosi pensieri,
liberi alle molte loro fluttuanti strade,
andare, forse: è allora vedersi meno?
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