Nel segno del poi

Nel segno del poi i nostri sogni si avvereranno e,
salendo verso nubi chiare,
disperderanno il malumore che ci àncora e incatena,
come incatena i cuori effimeri.

Come pioggia acida,
essi penetreranno nelle fibre delle vecchie meretrici di anime
che si trovano in ogni cuore umano, inondate di viscida mestizia.
E le farà urlare di dolore, e contorcere, e ansimare in noi,
e un profondo squarcio di buon umore e di benessere ci inonderà.

Il Tempo verrà, ordunque!
E in noi, che l’attendevamo da più di un ciclo di nascite,
riporterà l’ordine primordiale di quando l’uovo si era appena schiuso.
Non uomo sapeva proferir parola, allora.
Mai nessuno osò alzare dito a maledir la Beata Energia che ci generò!
Così: mai nessuno lo oserà nel futuro a venire. Che senso avrebbe ciò?
Noi stessi saremo Creato e Creatore,
e la terra il nostro Eterno Paradiso.

È lapidato dalla sabbia dei secoli chi volle erigere un tempio.
E ormai non v’è più tempo o tempio che regga:
il tempo è ormai prossimo, tutti i templi abbattuti,
e ogni cosa già spiegata dal corso dei secoli.

Impossibile la scelta? Chi sei tu per dire ciò?!!
Sei forse un Dio vecchio, pallido e bisognoso d’affetto?
Di Cure? D’Amore?
Pensi che tutto ti debba essere concesso per volere Universale?
Pazzo, Taci! Se vuoi qualcosa, prenditelo!
E inonda del tuo sperma il suolo arido.
Solo così germoglierà la pianta,
solo così sarai benedetto e Santo in terra.
Lecca dove è passato l’appestato
e piscia dove il Buddha ha posato il suo ultimo, magico, fiore,
perché a nulla ti è mai servito schivar l’uno e benedire l’altro.

Ancora tutto è confuso in questo brodo – primordiale.
Ma, ancora: niente è stato lasciato al caos!
Renditene conto!


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